"Microfono aperto" nasce da un'idea già utilizzata in passato da entità ormai, purtroppo, sconosciute: le radio libere e, Radio Alice, in primis. Il nostro scopo è quello di coinvolgere chiunque abbia qualcosa da dire, al microfono o per forma scritta. Che sia uno sfogo, un monologo, un proprio pensiero, un'intervista e via dicendo… Torniamo liberi, torniamo a parlare…
MicrofonoAperto, un progetto che è nato per raccontare storie, aneddoti e fatti “speciali” di persone “normali” non avrebbe mai creduto che potesse raccogliere ben 3000 visitatori sul suo sito grazie ad una singola intervista. L’articolo sul nuovo album di Claudio Lolli, infatti, ha superato le ben più rosee aspettative e, per tutto questo, posso solo ringraziarvi.
Ma non perdiamo altro tempo e passiamo subito al prossimo, -direi proprio “artista“- con cui ho avuto il piacere di dialogare e di cui vi avevo già annunciato il nome nel precedente articolo: Enzo de Giorgi.
Enzo è l’artista che ha trasposto su carta il nuovo album del cantautore bolognese ma, la sua vita, è piena di opere d’arte di ogni tipo. Vi lascio quindi a questa piacevole chiacchierata e ringrazio Enzo personalmente per il tempo dedicatomi e per avermi permesso di usare un suo disegno quando presentai nella mia scuola la mia tesina.
Enzo de Giorgi – Copertina
MicrofonoAperto | Enzo, prima di tutto grazie per questa chiacchierata e complimenti per tutti i tuoi lavori che spero, un giorno, poter vedere dal vivo. Oggi, a distanza di anni, hai lavorato fianco a fianco con Claudio ma, prima di parlare di questo ti chiedo: chi è Enzo?
Enzo de Giorgi | Al di fuori delle mie immagini c’è uno che non ha fatto il sessantotto ma che, in quell’anno rivoluzionario, il ’68, ci è nato. Al di fuori delle mie immagini oggi c’è un docente che insegna in quella stessa scuola che frequentava da alunno. In quella stessa scuola dove, nel 1987, conosceva una ragazza con gli occhi azzurri che poi sposava nel 1998. Al di fuori delle mie immagini c’è un precariato decennale nelle scuole del nord Italia e un figlio del 2000 che, con la sua chitarra, strimpella “Ho visto anche degli zingari felici“. Al di fuori delle mie immagini ci sono i fotogrammi di una vita passata con la matita in mano e la musica di Claudio Lolli nelle orecchie e nel cuore.
MicrofonoAperto | La matita in mano e la musica di Claudio nelle orecchie. Due costanti che ti hanno sempre accompagnato…
Enzo de Giorgi | Direi di sì. Conobbi la musica di Claudio Lolli verso la fine degli anni ottanta, quando un mio compagno di Accademia di Belle Arti, a Lecce, mi fece notare che i miei brani preferiti di Francesco Guccini (prima Keaton e poi Ballando con una sconosciuta) erano stati scritti da questo cantautore a me sconosciuto.
MicrofonoAperto | E la matita?
Enzo de Giorgi | Ero già da allora molto appassionato di fumetto e illustrazione. Andrea Pazienza era il mio mito e poi, scoprire che questo grande fumettista pugliese aveva disegnato la copertina di Antipatici Antipodi dello stesso Claudio, alimentò ancora di più la mia passione per la musica “lolliana”.
MicrofonoAperto | Una bellissima scoperta. E pure tuo figlio, oggi, segue più o meno le tue tracce…
Enzo de Giorgi | Mio figlio che cresce tiene il conto degli anni che passano. La notte dopo la sua nascita, nel 2000, disegnai di getto, senza cancellature, il fumetto “Chi è ‘sto Claudio Lolli?”, finito alle quattro del mattino mentre ero solo in casa poiché mia moglie era ancora in ospedale…
MicrofonoAperto | Lo stesso fumetto che usai per la mia tesina…
Enzo de Giorgi | Esatto. E la sera seguente lo consegnai a Claudio e Paolo (Capodacqua – nda) che tenevano un concerto proprio a Trepuzzi (Le), il paese in cui risiedo (anche se qui non mi conosce nessuno) e ne furono lusingati e divertiti perché si riconoscevano in quelle scene surreali. Era il tempo di “Dalla parte del torto” e, dopo qualche settimana, Claudio mi telefonò contento per informarmi che la sua casa discografica lo aveva pubblicato sul suo sito ufficiale.
Enzo de Giorgi
MicrofonoAperto | L’inizio di una collaborazione? Però, prima di rispondere, ti cito nuovamente Andrea Pazienza. Credo che da artista sei stato in qualche modo influenzato da questo autore, e lui, come lo stesso Claudio, ha rappresentato, seppur in modo diverso, un mondo in cui “vivere” almeno mentalmente?
Enzo de Giorgi | Andrea Pazienza e Claudio Lolli hanno avuto un ruolo fondamentale nella mia formazione artistica, soprattutto quando avevo vent’anni. Loro avevano vissuto, in grande, la Bologna del ’77. Io, per motivi anagrafici, avevo avuto il mio ’89.
MicrofonoAperto | 1989?
Enzo de Giorgi | Si, in quell’anno, dopo aver assolto i miei obblighi di leva, diventai una matricola dell’Accademia di Belle Arti di Lecce, ma quello era proprio l’anno in cui, Berlino in primis, i muri si abbattevano (…non come oggi!). Erano gli anni della “Pantera”, il movimento studentesco di protesta contro la riforma Ruberti delle Università italiane e noi lottavamo in prima linea per ottenere gli stessi diritti delle altre facoltà a suon di tele e pennelli, dipingendo lungo le strade e le piazze della nostra città. In una delle varie “fanzine” a fumetti, fotocopiate e distribuite a mano, su cui disegnavo in quegli anni, c’erano anche le parole e le vignette di “un certo” Alessio Lega, leccese anche lui. Ovviamente i miei primi disegni a fumetti furono molto influenzati dal segno di Pazienza: Pompeo e Zanardi erano i miei modelli preferiti, anche se io conducevo una vita assai più regolare, distante anni luce dagli eccessi dei miei eroi. L’anno dopo, infatti, per motivi economici (ero il primogenito di cinque figli, padre operaio e mamma casalinga) iniziai a lavorare come portiere (spesso di notte) di un albergo, così da potermi guadagnare da vivere e continuare gli studi fino alla laurea. Ma, anche se non avevo più il tempo per le rivoluzioni Claudio e Andrea non mi avevano mai abbandonato.
MicrofonoAperto | E, mi ripeterò, son sempre stati con te. Ora, con “Il Grande Freddo”, puoi dire che si chiuda una sorta di ciclo?
Enzo de Giorgi | Il ciclo di cui parli raggiunse l’apice proprio in quell’occasione (“Chi è ‘sto Claudio Lolli? – nda) perché da allora i miei disegni su Claudio iniziarono a diventare virali sul web. Seguì “Il mondo è fatto a scale”, poi i disegni sugli “Zingari felici” per la versione del 2003 (copertina e credits del dvd “Claudio Lolli – Salvarsi la vita con la musica” di Salvo Manzone) e tante altre opere.
MicrofonoAperto | E, come mi hai detto, non c’erano solo Claudio e Andrea…
Enzo de Giorgi | Esatto, mio figlio, la mia clessidra di riferimento. Oggi ha quasi diciassette anni ed ha vissuto sempre con me tutte le tappe, inclusi alcuni concerti.
MicrofonoAperto | Un presagio del un futuro…
Enzo de Giorgi | Non mi piace parlare del “Grande freddo” come di un ciclo della mia vita che si chiude. Claudio Lolli fa parte di me e spero che la sua poesia possa influenzare anche le mie opere future al di fuori di un disco. Quello che posso dire è che da ora, ufficialmente, anch’io faccio parte di lui, perché quando nel tempo, si parlerà del “Grande freddo”, verranno in mente anche i miei disegni.
Chi è sto Claudio Lolli
MicrofonoAperto | Torniamo alle tue collaborazioni a questo punto…
Enzo de Giorgi | Nel 1996 dedicai la mia prima personale di pittura: “Consce angosce ed altri veleni” alle canzoni di Claudio Lolli, ispirandomi a nove dei suoi testi. L’anno successivo, come ti ho detto, conobbi di persona Claudio durante un suo concerto e sembrò apprezzare i disegni che gli avevo dedicato. Dopo quel giorno l’ho incontrato molte altre volte, e ogni volta mi presentavo con un’illustrazione o un fumetto nuovo.
MicrofonoAperto | Parliamo ormai di una trentina di anni…
Enzo de Giorgi | Esatto. Sono passati trent’anni dalla mia scoperta di Claudio Lolli. Oggi insegno Arti figurative al Liceo Artistico di Lecce, ma continuo sempre ad esporre i miei dipinti, spesso di ispirazione “lolliana”.
MicrofonoAperto | Già da tempo, allora, lui fa parte di te e viceversa…
Enzo de Giorgi | Infatti nel 2016 ho celebrato il mio “ventennale” artistico, riproponendo gli stessi nove dipinti della mia prima mostra affiancati da una nuova versione in una rilettura tecnico-emotiva di ognuno di essi. Grazie a questa mostra, intitolata “Ventannidopo”, ho contattato Claudio Lolli per renderlo partecipe di una “cosa” nata in suo onore.
MicrofonoAperto | E lì inizia un nuovo percorso…
Enzo de Giorgi | Era settembre. Claudio mi parlò allora del “Grande Freddo”. Gli ho chiesto sfacciatamente il contenuto dei nuovi testi per poter pensare ad una illustrazione per l’eventuale copertina. Lui mi ha subito inviato alcune canzoni, tra cui “Principessa Messamale” di cui mi sono innamorato dalla prima lettura.
MicrofonoAperto | E via a lavoro…
Enzo de Giorgi | Dopo qualche settimana gli inviai via email alcuni disegni. Sono stato contattato quasi subito da Danilo Tomasetta e da Paolo Capodacqua, ed è nata questa bella collaborazione. Già verso Ottobre – Novembre Danilo mi ha inviato la versione demo di tutti i nuovi brani del disco ed è cominciata la grande avventura.
Il Grande Freddo – Enzo de Giorgi
MicrofonoAperto | Quindi conosci già il contenuto del disco. Un ulteriore enorme piacere immagino…
Enzo de Giorgi | E anche la mia più grande fatica. In questi ultimi cinque mesi è stato faticosissimo non aver potuto condividere con i miei amici appassionati di Lolli, l’emozione delle nuove bellissime canzoni. Le ho ascoltate in segreto centinaia di volte… l’unico sfogo possibile per mesi è stato illustrarle. Ora finalmente tutti potranno emozionarsi, come me, con “Il Grande Freddo”.
MicrofonoAperto | Posso immaginare. Quindi, sei entrato a pieno titolo a far parte del team “lolliano”…
Enzo de Giorgi | Esatto. Danilo Tomasetta (non solo il sassofonista storico) è stato sempre in stretto contatto con me. Per tutta la durata del “crowdfunding“, via email, mi ha guidato pazientemente in ogni scelta e mi ha dedicato, insieme a Claudio, una bellissima postfazione in un libretto (contenente i testi di Lolli e i miei disegni) che sarà pubblicato insieme ad una versione speciale del disco.
MicrofonoAperto | E a livello di emozioni?
Enzo de Giorgi | Illustrare i brani de “Il Grande Freddo” e realizzare la sua copertina per me è un grande onore e la realizzazione di un sogno: colleziono da decenni tutti i cd, gli LP e i libri di Claudio Lolli e penso che vedere un suo disco con un mio disegno mi farà uno strano effetto…
MicrofonoAperto | Ti va di raccontarci un po’ la lavorazione?
Enzo de Giorgi | Ho illustrato una ad una tutte le canzoni de “Il grande freddo” cercando di coglierne l’anima, ovviamente usando il filtro delle mie sensazioni. I brani sono tutti strettamente legati tra loro da un filo invisibile ma sempre presente che è, ancora una volta, la vita dell’uomo, la sua realtà emotiva e sociale, una presenza umana sempre più fredda e virtuale, spesso in contrasto con un’esistenza fisica che fatica a resistere ma che giura di non volersene andare via. Le nuove parole di Claudio sono evocative e a volte mi è sembrata quasi una violenza dare un volto grafico ai suoi “quadri” già esaurienti. Infatti, come ho già detto in altre occasioni, i miei disegni possono essere modestamente considerati una semplice cornice colorata ai nuovi “nove pezzi (difficili)” di Claudio Lolli. I protagonisti delle canzoni sono essi stessi il simbolo della vita e della morte. Le musiche di questo disco sono vere: non ci sono strumenti virtuali ed effetti “artificiali”: i sax, le chitarre, le tastiere e tutti gli altri strumenti suonano davvero e si sentono. Mi auguro che anche la mia “cornice” grafica arrivi al cuore di tutti i lolliani nello stesso modo.
MicrofonoAperto | Enzo, posso solamente ringraziarti di nuovo e invitarti a lasciare i recapiti per trovare le tue opere o per poterti contattare…
Enzo de Giorgi | Sono io che ringrazio te per avermi ospitato nel tuo prezioso “spazio libero” insieme ai veri protagonisti del “Grande freddo”. Il sito web, www.enzodegiorgi.it rimane la vetrina “ufficiale” dove è possibile spaziare fra le mie “cose” vecchie e nuove, mentre, attraverso la pagina Facebook, (www.facebook.com/degiorgienzo ) è possibile interagire con me e consultare gli ultimi eventi che mi riguardano. Concludo, facendo leva sulla mia umile deformazione professionale di docente, rivolgendo un invito alle nuove generazioni, ai ragazzi che hanno l’età di mio figlio e dei miei studenti, affinché possano ricercare, approfondire e scoprire, anche grazie al web, l’importanza umana e poetica di Claudio Lolli, perché difficilmente lo incontreranno tra le canzonette televisive e le radio “commerciali”.